PITSIDIA

Pitsidia si trova a pochi minuti di macchina a nord est di Matala e Kommos o Komos beach, nella zona sud della regione di Heraklion, a circa un’ora dall’aeroporto di Heraklion in macchina.
È un piccolo paese che si sviluppa lungo la strada che conduce a queste località con alcune stradine secondarie.
Lungo la strada principale, che attraversa il paese, e intorno alla piazza centrale potrete trovare numerose taverne ricoperte da buganville dove potrete mangiare un boccone, e ci sono inoltre un paio di supermarket, un parrucchiere, una macelleria e un panificio pasticceria.
Pitsidia possiede un fascino tutto suo grazie alle sue stradine, ai numerosi edifici tradizionali in pietra e all’atmosfera tranquilla e rilassata che si respira. I ritmi pacati, gli edifici in pietra e il suo dedalo di stretti vicoli adorni di fiori le conferiscono una certa connotazione artistica.
Ci sono diverse possibilità di alloggio a Pitsidia ed è una valida opzione per chi desidera visitare le spiagge vicine, Matala, Kommos, la Red Beach o le rovine di Festo, ma preferisce evitare le masse.
La spiaggia di Matala si trova a quattro chilometri di distanza e la spiaggia di Komos è ad un kilometro e mezzo e si può raggiungere anche a piedi in circa 30 minuti.
A cinque kilometri di distanza c’è inoltre la spiaggia di Kalamaki.
Da Pitsidia c’è un regolare servizio di bus per Matala (in alta stagione partono 6 bus al giorno) che fermano nella via principale.
Pitsidia è il paese più antico della zona. In epoca bizantina il comandante dell’esercito si stabilì nel villaggio. L’esercito veniva dal villaggio di Pisidia, che si trova nell’attuale Asia Minore, nel sud della Turchia e questo probabilmente spiega il nome che conserva ancora oggi.
Pitsidia era una località strategica perché c’era una sorgente d’acqua sulle colline dietro il villaggio e dietro la piazza del paese si possono ancora vedere le cisterne e i tubi dell’acqua, ma al giorno d’oggi non sono più in uso e l’acqua arriva al paese di Pitsidia tramite tubature nuove. C’è ancora una piccola chiesa dedicata all’acqua e a due santi. Questa nuova chiesa è stata costruita al posto di una chiesa più antica le cui fondamenta erano così solide che sono state rimosse con la dinamite.

MATALA


Matala è un villaggio situato sulle rive del Mar Libico, all’interno del comune di Festo a circa 70 km a sud di Candia.
È una località turistica famosa per la scogliera sovrastante la spiaggia in cui sono state ricavate delle grotte fin dall’epoca preistorica. Successivamente, in epoca greca e romana, le grotte sono state utilizzate come tombe e più recentemente, negli anni settanta, sono state abitate da una comunità hippy proveniente da diverse parti del mondo.
Matala è un porto naturale e sicuro nella baia di Messara, adornato da un’ ampia spiaggia di sabbia e ciottoli lunga 250 metri e larga 45; é il luogo dove Zeus nuotò nelle vesti di un toro con Europa sulla schiena.
Molti viaggiatori fanno di questo luogo la base per le loro vacanze a Creta, poiché si trova in una posizione centrale nella costa sud ed è lontano dallo sviluppo eccessivo della costa nord.
Matala ha qualcosa da offrire a tutti. Nonostante sia diventata una destinazione turistica molto popolare, mantiene ancora lo charme e il carattere del tranquillo villaggio di pescatori che era all’inizio del ventesimo secolo e lo stile di vita rilassato che hanno portato gli hippies degli anni 60 e 70. Metà della spiaggia è circondata da alberi di tamerici che guidano lo sguardo su imponenti formazioni rocciose di arenaria con le loro famose grotte che scivolano nel mare con una particolare angolazione, creando uno dei più insoliti paesaggi marini dell’isola.
Numerose pagine di storia sono state scritte qui. Nessuno sa esattamente chi ha scavato le grotte ma sembra probabile che siano state utilizzate per la prima volta come tombe romane o cristiane. Ci sono altre rovine all’estremità orientale del villaggio e, se vi recate a fare snorkeling nelle acque cristalline della Baia di Messara, potete ammirare queste antiche rovine.
Matala è una delle 400 spiagge greche a cui è assegnata la Bandiera Blu. Questo esclusivo riconoscimento viene conferito alle spiagge che offrono le zone di balneazione più pulite e sicure e che hanno criteri rigorosi riguardo la qualità dell’acqua, la gestione e la sicurezza ambientale. La spiaggia è provvista di bagnino e di strutture di primo soccorso, ed è dotata di toilette e docce.
Vicino alla spiaggia c’è l’opportunità di informarsi su alcuni progetti ambientali, come Archelon, la Società greca per la Protezione delle Tartarughe.
Le spiagge di Matala, Kommos e la Red Beach rientrano in Natura 2000, una rete dell’Unione Europea di aree per la protezione della natura istituita per assicurare la sopravvivenza a lungo termine delle specie e degli habitat più preziosi e minacciati d’Europa.
La spiaggia offre strutture per lo sport e attività per bambini e la possibilità di noleggiare una macchina, una moto o delle biciclette. Tutto questo a soli 65 km da Heraklion.

KOMMOS


Kommos o Komos si trova a 66km a sud ovest di Heraklion, solo 2 km a nord di Matala e vicino al paese di Pitsidia. È la zona più a sud e più isolata della lunga spiaggia della Baia di Messara. Un tempo era il porto di Festo; sulla spiaggia si possono ancora vedere le rovine dell’antico porto. Si arriva guidando lungo la strada diretta a Matala, finché si vede un cartello per Kommos vicino al paese di Pitsidia.
L’intera spiaggia di Messara è esposta ai venti provenienti da ovest. Bisogna prestare attenzione perché in alcuni punti il fondale marino è roccioso ed inoltre le tartarughe marine protette Caretta caretta depongono le loro uova nella sabbia della spiaggia da Maggio a Settembre.
La parte più a nord di Kommos, Potamos o Potamoserma, è una destinazione preferita dai naturisti, sin dai tempi in cui centinaia di hippies visitavano questa zona. Tutto intorno non ci sono costruzioni, ma solo alberi di tamerici perché Kommos è una zona archeologica protetta. A sud del sito archeologico c’è una spiaggia organizzata con ombrelloni, lettini, bagni, docce, qualche ristorante e un bagnino. Tutto intorno ci sono dune di sabbia dove si possono ammirare i gigli bianchi della sabbia, che segnalano la fine dell’estate. Se desiderate trovare un posto per trascorrere la notte o mangiare , potete camminare fino alla vicina Kalamaki, o guidare fino a Pitsidia o Matala.
La vista sull’isola di Paximadia è sbalorditiva, specialmente al tramonto. Proprio di fronte al sito archeologico, 300 metri a largo, si può ammirare una bellissima grande roccia che i locali chiamano Volakas e che non può essere priva del suo mito. I locali dicono che la roccia è la cima del masso che il Ciclope Polifemo accecato lanciò contro la nave di Ulisse per non farlo fuggire, dopo che Ulisse e i suoi compagni era scappati dalla sua grotta.

RED BEACH


La Red Beach(Kokkini Ammos) si trova in località Moudia, 68 km a sud ovest di Heraklion e solo 800 metri a sud di Matala. Per arrivarci bisogna percorrere una stradina che parte dalla parte nord del paese di Matala e attraversa le colline Kastri. Ci sono alcuni cartelli che indicano la strada e non c’è pericolo di perdersi. Il sentiero è piuttosto roccioso e alla fine è abbastanza scosceso ma non è particolarmente difficile. Dopo aver camminato 15-25 minuti da Matala e dopo aver attraversato un piccolo cancello (ricordatevi di chiuderlo così le capre non scappano!) vedrete la magnifica Red Beach dall’alto. La vista dalle colline è grandiosa ed è un posto ideale per guardare il tramonto. In alternativa, se non volete fare la traversata, potete prendere una barca dal porto di Matala che vi costerà circa 5 euro.
La spiaggia è appartata e veramente bellissima, ma è battuta dai venti occidentali che soffiano spesso nella regione. Caratteristica è la sabbia rossa che si è originata dalle rocce presenti nella zona. Il colore del mare prende tutte le sfumature del blu e del verde e crea un contrasto con la spiaggia rossa veramente meraviglioso. La Red Beach non è ben organizzata ma c’è un bar rudimentale, che non è sempre aperto, dove si può trovare qualcosa da mangiare e da bere. Consigliamo comunque di portare con sé cibo e bevande. Ci sono anche alcuni ombrelloni, che però sono quasi sempre occupati. Quindi è meglio portarsi un ombrellone perché l’unica poca ombra naturale è offerta da un paio di tamerici vicino al bar.

PALAZZO MINOICO DI FESTO


I resti dell’antica città di Festo sono situati nella parte meridionale dell’isola di Creta, nella piana di Messara, a qualche chilometro dal mare. Il suo palazzo, assieme a quello di Cnosso, è uno dei siti più importanti della civiltà minoica.
La città, abitata sin dal neolitico, ebbe il maggiore sviluppo verso la prima metà del II millennio a.C., quando divenne un fiorente centro commerciale verso l’Egitto e le città costiere dell’Asia minore.
L’approvvigionamento idrico era assicurato dal fiume Geropotamos e da una serie di pozzi, alcuni dei quali assai profondi. Matala, 9 km a sud-ovest, costituiva lo scalo marittimo di Festo.
Il luogo del sito fu identificato nel 1850, mentre l’inizio degli scavi italiani, condotti da Antonio Taramelli e Federico Halbherr, risale al 1884.
Le ricerche portarono alla scoperta di vestigia palaziali, abbondante materiale ceramico policromo, riconducibile allo stile di Kamares, ed alcune iscrizioni in Lineare A.
Nel 1950 nuove ricerche furono intraprese sotto l’egida della Scuola archeologica italiana di Atene, allora diretta da Doro Levi.
Resti di un primo palazzo, risalente alla fine del XVI secolo a.C., permettono di ricostruirne l’impianto, costituito da un ingresso monumentale, che conduce alla corte rettangolare, chiusa da un colonnato, e da magazzini e sale di servizio.
Un successivo palazzo, distrutto da un incendio nella seconda metà del XV secolo a.C., si articolava su terrazze intorno al cortile centrale, sul quale si affacciavano gli appartamenti regali, le sale di rappresentanza ed i quartieri di servizio.
In età ellenistica l’occupazione del sito è documentata da numerose case private munite di cortile interno. Festo fu poi distrutta intorno al 150 a.C. dalla rivale Gortina, anche se venne successivamente rioccupata da un piccolo insediamento che sopravvisse fino all’età bizantina.
Nel 1908, in prossimità del palazzo, fu ritrovato il famoso Disco di Festo da una spedizione archeologica italiana guidata da Luigi Pernier e Federico Halbherr. La datazione stratigrafica ne attribuisce l’età al 1700 a.C. Oggi lo si può ammirare nel Museo Archeologico di Heraklion a Creta. È un disco di terracotta, delle dimensioni di 16 centimetri di diametro e 16 millimetri di spessore e contiene 242 simboli impressi quando l’argilla era ancora fresca.
Il suo scopo e significato, e anche la sua originaria ubicazione geografica, restano ancora discussi, facendo di esso uno dei più famosi misteri dell’archeologia.